Solo pochi giorni fa vi ho parlato del virus TR/Yakes che in poche si è rapidamente diffuso su Skype.
Prontamente la maggior parte dei più rinomati antivirus ha presto provveduto ad un aggiornamento per la sua individuazione e rimozione ma a quanto pare, nelle ultime ore pare stia emergendo una sua nuova variante.
La metodologia e le cause dell’infezione pare siano le medesime ma tuttavia si aggiunge un nuovo messaggio alla trappola.
Il nuovo messaggio chiede in un italiano improvvisato “ciao sono questi davvero le tue foto?” seguito dal link che una volta aperto, come nel caso precedente, non apre alcuna immagine ma inietta il virus all’interno del sistema.
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MeseMaggio 2013
Da ieri sera si sta rapidamente diffondendo a macchia d’olio un fastidioso virus, denominato TR/Yakes, che ha infettato tantissimi dei miei contatti skype.
L’infezione si presenta con un semplice messaggio che invita l’utente a cliccare su un link che, solo in apparenza, rimanderebbe ad una sua presunta foto.
In realtà però, dovo aver ingenuamente tentato invano di visualizzare la foto, il computer della vittima si infetta inviando a sua volta il medesimo messaggio a tutta la lista dei suoi contatti skype innescando così una reazione a catena.
L’epidemia è inoltre favorita dal fatto che molti antivirus non hanno ancora aggiornato i propri database e anche dalla natura del virus che per propagarsi non necessita dei permessi di amministratore sul computer della vittima.
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Per uno sviluppatore mobile sono diverse le sfide da vincere per garantire il successo sul mercato della propria applicazione.
In primo luogo nasce l’esigenza di capire come verrà utilizzata la propria app e dunque di decidere se progettarla in maniera nativa o attraverso un sito web mobile.
Un’altra scelta da non sottovalutare è quella delle piattaforme e dei devices da supportare.
Alcune delle più famose applicazioni infatti sono nate o sono tutt’ora disponibili solo per iOS, cosa che gli ha dato modo di diventare delle vere e proprie killer application.
Prima di approdare anche su android ad esempio, il successo di Instagram è stato proprio dovuto all’esclusività che caratterizzava e che a sua volta a contribuito ad aumentare all’iPhone.
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Cosa significa la lettera J nel testo di un email?
Era un mese che io e i miei colleghi continuavamo a porci questa domanda ipotizzando le più assurde risposte.
Un paio di contatti dopo la firma e dopo alcune battute inserivano di continuo tale lettera, apparentemente senza un valido motivo.
Si è addirittura scatenato un dibattito durato giorni. Le ipotesi più gettonate erano:
- è un bug del client di posta elettronica
- ci stanno trollando di brutto
- la J sta per Joke (scherzo)
- la J rappresenta una sorta di sorriso al contrario
Sebbene nessuna delle suddette ipotesi fosse quella corretta, l’ultima è stata quella che più si è avvicinata alla realtà dei fatti.La lettera J infatti, nel font webdings diffuso su tutti i computer windows rappresenta proprio uno smile.Su sistemi operativi differenti o client di posta alternativi, tale font non viene riconosciuto e quindi il carattere viene riportato nel font impostato di default visualizzando appunto una J.
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